DIARIO DI VIAGGIO

In questa pagina raccoglieremo le impressioni e le mozioni avute durante il viaggio.
La nostra intenzione è quella di poter pubblicare giornalmente, speriamo di riuscire a farlo, collegamento alla rete permettendo, con costanza.
Buona lettura.

Purtroppo scrivo da casa. Varie cose sono accadute nel frattempo ed abbiamo dovuto prima modificare e poi interrompere il viaggio.
Quindi abbiamo potuto visitare solo l'Iran, che ci ha lasciato entusiasti, per ciò che ci ha offerto e per l'accoglienza e la disponibilità del suo popolo.

Qui sotto troverete la mappa dell'itinerario, di 12.237 chilometri, che abbiamo seguito dal 30 maggio al 4 luglio 2014:
 


 
 
Nel dettaglio il diario. Voglio precisare che è solo un diario e non vuole essere una guida turistica. Non descriveremo, volutamente, nei particolari i luoghi, i monumenti o i musei, lasciando a chi legge il piacere di ricercarne la descrizione.

MONZA - TRIESTE
30/05/2014 km 401


 
 

Finalmente dopo tante letture, tanti siti web visitati, tanti consigli raccolti, nel primo pomeriggio agganciamo l’Eriba e partiamo.
L’autostrada è monotona e ci lascia il tempo per pensare e ripassare il progetto del viaggio, i soliti dubbi attraversano le nostre menti … abbiamo dimenticato qualcosa? Il visto Turkmeno arriverà in tempo? L’Eriba resisterà alle strade asiatiche e l’auto si comporterà bene?
Verso sera, con un meteo autunnale arriviamo al camping Excelsior a Monrupino, proprio a lato dello svincolo doganale fra Italia e Slovenia.
Il gestore ci assegna una piazzola comoda per ripartire l’indomani e, una volta rifocillati, ci corichiamo.

 
TRIESTE - BELGRADO
31/05/2014 km 606



Sveglia presto oggi … in frontiera prendiamo la vignetta per le autostrade slovene e ci dirigiamo verso Lubiana e quindi verso il confine con la Croazia.
Non ero mai stato in questi luoghi e mi hanno sorpreso perla loro somiglianza, paesaggistica, con alcune regioni austriache o alsaziane.
L’autostrada che percorriamo è ben tenuta ed il fondo stradale, escludendo alcuni tratti dove più evidenti sono i solchi lasciati dagli autotreni, ci permette di viaggiare con relativa comodità.
Ci godiamo il paesaggio, anche se il meteo è inclemente.
Arriviamo in frontiera quasi senza accorgerci e siamo in Croazia.
Qui un paesaggio noiosamente piatto e monotono, ci accompagna fino alla frontiera con la Serbia.
La manutenzione delle strade è simile a quella appena lasciata permettendoci di continuare celermente verso la frontiera.
Avevamo progettato di fermarci, per la notte, in un Motel-Campeggio vicino alla frontiera con la Serbia, così da attraversarla il giorno dopo, ma dopo aver girato per il villaggio e per le campagne limitrofe senza trovarlo decidiamo di entrare in Bulgaria e proseguire fino al campeggio di Belgrado.
La Serbia ci accoglie con paesaggi alpini e strade a tratti maltenute, la comodità e la velocità di percorrenza ne risentono parecchio.
Sono preoccupato per i continui scossoni che, inevitabilmente, l’Eriba deve subire. Ci fermiamo, di tanto in tanto, per verificarne le condizioni ma tutto sembra procedere bene, controlleremo meglio quando ci fermeremo.
La destinazione prevista è il Campeggio Dunav sulle sponde del Danubio, a nord-ovest di Belgrado, che riusciamo a trovare dopo un paio di giri nel quartiere.
I controlli all’Eriba non hanno rilevato nulla di anomalo e quindi ci siamo coricati pensando che avrebbe potuto superare anche le strade asiatiche.




BELGRADO - BISER
01/06/2014 km 352

 
Sveglia, rapida colazione e di nuovo in strada, sotto gli assonnati occhi di alcuni motociclisti polacchi he avevano fatto bisboccia la sera precedente.
Il resto della Serbia non cambia lo stato delle strade ed, in più, ci si mette anche il navigatore facendoci fare una variante su tratto di strada collinare, giusto al termine dell’autostrada.
Appena prima della frontiera con la Bulgaria, ci reimmettiamo sulla via principale.
Qui sento uno strano tintinnio, mi volto e vedendo le bandiere, attribuisco il suono ai cavi che sbattono contro i pennoni che le reggono. Proseguo ma il tintinnio continua e sembra provenire dall’Eriba. Giro attorno ad essa ma non noto nulla. Altri pochi metri ed il suono permane, chiedo a Carla di mettersi al volante e di far muovere l’auto, restando io a terra per cercare di capire la provenienza di tale suono. Appena in movimento individuo l’origine del suono … la ruota sinistra dell’Eriba.
Siamo nella terra di nessuno, cerco un posto che non intralci il passaggio e prego che non sia una cosa grave, avevo appena fatto mettere le gomme nuove, cosa potrebbe essere mai accaduto?
Smonto il copridadi e mi ritrovo, sull’asfalto, un bullone della ruota che si era completamente svitato.
Fra gli attrezzi avevo portato anche una pistola svitabulloni a 12v. Sistemo il bullone e stringo anche gli altri.
Nel frattempo Carla si è munita della necessaria vignetta e ripartiamo.
La strada è una semplice statale a due corsie, il traffico è intenso con molti tir, in alcuni tratti sperimentiamo il fuoristrada su sterrato degradato a causa dei lavori per la costruzione di una nuova strada.
Questi cantieri si estendono per molti chilometri e gli scossoni sono notevoli. Carla, al mio fremere, mi tranquillizza dicendomi che ci stiamo allenando per le vie asiatiche … questa battuta mi rilassa dalla tensione.
Pensavamo di attraversare la frontiera con la Turchia e fermarci nei dintorni di Edirne, ma non ci saremmo arrivati che in tarda serata. Fra gli appunti avevo annotato un piccolo campeggio a circa 50 km dal confine, decidiamo di andarci per la notte.
Con una deviazione di qualche chilometro raggiungiamo il Camping Sakar Hills, a Biser. Il campeggio è piccolo ma ben tenuto. Non ha altro che i servizi essenziali ma il vicino villaggio ha un negozzietto ed un pai di locali in cui mangiare genuini piatti locali.

 
 
BISER - INSTAMBUL
02/06/2014 km 566
 
 
 Siamo in anticipo sulla tabella programmata e decidiamo di programmare la prossima sosta appena prima di Instambul, per affrontare il traffico della città nella prima mattinata di dopodomani.
Fra i campeggi che avevamo appuntato scegliamo l’Instambul Mocamp a Selimpasa, circa 60 km prima di Instambul.
Il passaggio fra la frontiera Bulgara è indolore, per quella Turca un ispettore ci indica, svogliatamente, una costruzione e ci fa capire che dobbiamo recarci li. Lo facciamo e capiamo di trovarci in un luogo dove vengono fatte ispezioni approfondite ai mezzi, vista anche la presenza di una buca per accedere alla parte inferiore dei veicoli.
Dopo parecchi minuti, senza che nessuno si avvicini a noi, decidiamo di entrare nel vicino ufficio e troviamo ben 5 doganieri intenti in un “brefing” mattutino. Nessuno ci considera fino a quando un tizio sollecita un altro indicandoci. Questo si alza, ci passa accanto borbottando qualcosa, noi lo seguiamo (come se avessimo capito …) e ci dirigiamo verso l’auto. Ci chiede, a gesti, di aprire tutto, sbircia qua e là e mette un timbro sul passaporto, ci apre una saracinesca e noi usciamo, o meglio, entriamo in Turchia.
Riprendiamo la strada ma questa operazione ci ha fatto perdere parecchio tempo, per fortuna la strada è buona. Ricordavamo le salite e le discese a mò di ottovolante e le abbiamo ritrovate, ma siamo arrivati in tarda mattinata al campeggio.


Qui lasciamo l’Eriba e scandiamo a Selimpasa per il pranzo, oltre che per una visita alla cittadina, al Bosforo e qualche spesuccia.
Il pomeriggio lo dedichiamo al non far niente.

 
INSTAMBUL - AUTOGRIL
 03/06/2014 km 768


Sveglia presto anche oggi, Instambul ci attende e non possiamo far tardi.
Prendendo la E80 si percorre tutta la tangenziale Nord di Instambul, con il relativo traffico mattutino e che traffico. Visto la mole di veicoli e le tante entrate laterali, decido, per precauzione, di tenermi sulla seconda corsia lasciando a quelli che stanno sulla prima, l’onere di “discutere” circa le precedenze.
Notiamo con piacere la cura del paesaggio urbano anche su aree marginali come possono essere i percorsi ad alto traffico. In particolare i muri di contenimento, creati dove si è dovuto tagliare il terreno per permettere il passaggio della strada, sono ornati e abbelliti con aiuole decorative che coprono tutta la parete inclinata, addolcendo fino a rendere invisibile il mutamento del territorio.
Durante la strada telefoniamo ad Hamed, il nostro contatto in Iran, con l’intento di prendere un appuntamento per il nostro incontro in frontiera. Per telefono ci dice che sarebbe li già dal 5 o dal 6 dopo aver accompagnato un gruppo di camperisti in rientro. Decidiamo di stringere i tempi.
Arriviamo così appena dopo Dortyol e ci fermiamo in un parcheggio di un benzinaio, dove facciamo pranzo e cena.

AUTOGRIL - AGRI
04/06/2014 km 682

 
Oggi ci svegliamo con una forte umidità, quasi nebbia, ci mettiamo in cammino fra monti e colture di riso.
 
Il paesaggio meriterebbe un viaggio, ma noi dobbiamo andare oltre.
La strada ci consente di percorrerla velocemente e ci troviamo nella tarda mattinata al prossimo punto tappa che avevamo programmato. Tuto procede secondo i piani previsti … cosa potrebbe andar storto? Già cosa … un posto di blocco della polizia, ad esempio.
Controllo dei documenti, della patente internazionale, del numero di serie della macchina e dell’Eriba, della matricola del motore e del telaio di entrambe. Solo dopo una buona mezz’ora ci restituiscono il tutto e ci salutano con: “ Ciao Italia”.
Cerchiamo il campeggio Riccardo ad che ci eravamo prefissati, subito dopo Hacialipalangasi e prima di Erzincan, lo troviamo … che desolazione, tutto sembra abbandonato da decenni, piazzole indescrivibili, lo attraversiamo e siamo in una discarica, troviamo un signore e chiediamo a lui se questo fosse il campeggio … alla sua conferma lo salutiamo e cene andiamo … di corsa.
Sapendo dell’appuntamento con Hamed decidiamo di proseguire il più possibile ed arriviamo ad Agri dove ci fermiamo sul piazzale di un altro benzinaio con una taverna dove ci gustiamo la cena.
Vista la distanza dal confine telefoniamo ad Hamed confermando il nostro arrivo al confine per l’indomani.

 
AGRI - TABRIZ
 05/06/2014 km 407


Percorriamo il più velocemente possibile gli ultimi chilometri di Turchia ed arriviamo al confine superando un’infinita fila di tir.


Arrivati davanti ai cancelli un doganiere ci chiede, in buon inglese, di spostarci nel parcheggio a lato in quanto la frontiera era ancora chiusa, ci avrebbe chiamato lui.
Dopo poco ritorna e si incomincia un amichevole dialogo che tocca i più svariati argomenti.
Passa del tempo e finalmente entriamo, uno sportello, poi un altro e siamo all’ultimo passaggio in terra Turca ma qui accade l’impensabile … il sistema operativo della dogana si guasta. Dopo due ore siamo ancora fermi, Hamed ci telefona preoccupato e, mentre gli spieghiamo la situazione, riusciamo a vederlo 50 metri più in la, oltre i due cancelli chiusi.
Passa ancora del tempo, finalmente i computers riprendono a funzionare, i cancelli si aprono e siamo di fronte al volto di Komeini, Carla si deve coprire il capo e così dovrà tenerlo per tutto il tempo che resteremo in Iran.
Finalmente salutiamo  Hamed e non più per telefono. Lui si prende subito i documenti ed il Carnet dei veicoli, una rapida occhiata e ci dice di aspettare. Ritorna con un funzionario che controlla e ricontrolla ed alla fine una stretta di mano ed un: “ Welcome in Iran”.
Passiamo l’ultimo cancello e siamo in Iran.
Hamed è venuto con la sua auto e dovendo rientrare a Teheran, si offre di accompagnarci facendo ci da apripista. Accettiamo, anche perché non ero certissimo che il gps avesse funzionato.
La scelta si è dimostrata vincente, sia per l’amicizia che si è sviluppata in seguito, sia per il districarsi nell’impressionante traffico iraniano.
Sostiamo per il pranzo e discutiamo circa l’itinerario che avevamo progettato.
Subito Hamed ci sconsiglia il tratto di itinerario che si spinge a Sud, verso il Golfo Persico, per un’ondata di caldo con temperature troppo alte. Prendiamo tempo per decidere e proseguiamo il viaggio verso Tabriz, dove Hamed ci accompagnerà al campeggio locale.
L’attraversamento della città per noi, neofiti del modo di guidare in Iran, sarebbe stato catastrofico senza l’aiuto di Hamed.
Lasciamo l’auto e con quella di Hamed ci rechiamo a cena in un luogo affascinante, l’Elgoli, un parco a sud della città.
Questo parco ha un laghetto interno e numerose attrazioni, ristoranti, ma in particolare ha aree attrezzate con tende montate e aree verdi dove poter montare la propria. Scoprire, infatti, che è usanza radicata degli iraniani fare il pic nic al Venerdì ed anche montare una tenda, non importa dove basta che sia su dell’erba, per passare la notte fuori con la famiglia.
Trascorriamo così una splendida serata accettando la proposta circa la variazione dell’itinerario.

 
TABRIZ - ZANJAN
06/06/2014 km 295

 
Tappa di trasferimento verso Teheran. Hamed ci apre la strada e noi iniziamo a conoscere la cordialità del popolo iraniano. Già in autostrada veniamo accostati e salutati, alcuni mostrano il pollice in alto, altri ci fotografano, incuranti delle code che si formano dietro di loro, decisamente un’esperienza unica.
 
 
Si arriva così a Zinjan, ci fermiamo in un albergo della catena ITTIC Hotel Tourist Complex che ci fa sistemare a lato di una stradina interna. Ci sarabbe la possibilità di collegarsi ad una presa elettrica su di un lalo per l’illuminazione interna, ma viste le precarie condizioni preferiamo non collegarci.


 
Per pranzo, Hamed ci accompagna in un ristorante ricava in un vecchio caravanserraglio, nel centro della cittadina, dove cominciamo a gustare la gastronomia iraniana.
Nel pomeriggio Hamed ci istruisce circa le modalità per il rifornimento del gasolio. Tale carburante non è popolare fra gli automobilisti iraniani, viene usato solo dagli autotreni e da un furgoncino. Il rifornimento si rivela quindi una specie di caccia al tesoro. Occorre individuare un distributore che abbia le pompe adatte, poi occorre chiedere se hanno una tessera per il gasolio quindi sperare che la tessera abbia una disponibilità sufficiente per riempire il serbatoio.
La questione della tessera. Il carburante, anche la benzina, è sottoposto ad un che di razionamento. Tutti devono avere una tessera che consente di rifornirsi per un tot di litri ad un prezzo base, nel caso di ulteriori richieste di carburante si pagherà il doppio.
Quindi noi, quando si trovava, avremmo dovuto pagare 500 Ryan invece dei normali 250. Al cambio con l’euro avremmo pagato 1 euro per 8 litri di gasolio.
Nel pomeriggio Hamed ci lascia, ci ritroveremo il giorno dopo al casello di Teheran per guidarci al parcheggio.
In serata conosciamo dei biker cinesi. Non sono giovanissimi ma usano le loro vacanze per realizzare un progetto, viaggiare dalla Cina all’Europa in moto ed a tappe annuali.
Disponendo, infatti, di un periodo limitato di ferie, hanno deciso di visitare un paese per ogni anno, attraversandolo con moto prese a noleggio nel paese stesso. Un altro modo di

 
ZANJAN - TEHERAN
07 - 08/06/2014 km 342


Oggi ci svegliamo con il pensiero di affrontare gli autisti iraniani da soli.
Uscendo dall’hotel, incontriamo i cinesi e ci scambiamo gli auguri per i rispettivi viaggi.
Sulla strada cittadina abbiamo il battesimo e ci dobbiamo subito adeguare … solo che noi siamo lunghi e l’adrenalina sale, raggiunta l’autostrada ci rilassiamo un pochino nella loro normalità di guida.




 
Possiamo anche permetterci il lusso di guardarci attorno godendo del paesaggio che ricorda molto luoghi marocchini o tunisini.
La morfologia del territorio ci costringe a salite spesso ripide dove i tir procedono molto lentamente, ed a discese altrettanto insidiose dove si abusava del freno motore.
L’avvicinarsi di Teheran corrispondeva all’aumentare dei veicoli circolanti e, di conseguenza, all’aumentare della nostra tensione.
Giunti al casello incontriamo il nostro angelo custode Hamed che, dopo essersi sincerato del nostro stato d’animo, ci scorta verso il luogo dove passeremo le notti durante la visita alla sua città.
L’impatto con il traffico di Teheran è stato traumatico. Le strade, meglio le autostrade, cittadine sono larghe ma non sufficientemente larghe per l’indole degli automobilisti. Ogni genere di veicolo, escluso carretti e biciclette, viaggia indifferentemente dalla prima alla quarta corsia, si proprio “dalla” perché la delimitazione delle corsie sembra essere solo una decorazione sull’asfalto.
Ci si sposta repentinamente a destra o sinistra, senza segnalare, ci si infila in spazi angusti a filo portiera, si frena solo all’ultimo momento, non esiste la distanza di sicurezza e la precedenza … è di chi se la prende, sia agli incroci, sia nelle immissioni ma anche nelle rotonde.
Pensando di evitare, perlomeno, il pericolo delle immissioni sulla prima corsia, mi sposto sulla seconda ma vengo subito strombazzato da un bus che arriva a manetta, mi sposto appena in tempo vedendolo già dentro alla caravan.
Hamed mi spiegherà poi che la seconda corsia è, di fatto ma non scritto, usata bus che la usano come se fosse loro proprietà.
Alla fine riusciamo, incolumi e non so come, ad arrivare al luogo che Hamed a scelto per noi. Con stupore
Ci troviamo nel piazzale antistante il Mausoleo di Khomeini (a Sud est di Teheran), vicino al grande cimitero di Teheran.

 
 
Il guardiano ci accompagna attraverso il parcheggio in un viale alberato, accertandosi che la nostra posizione sia visibile dalla sua guardiola.
Lasciamo auto e caravan e ritorniamo in città con l’auto di Hamed. La cosa avrebbe dovuto tranquillizzarmi ma vi assicuro che, pur non guidando, non è una bella esperienza vedersi sfiorare , o vedere i l radiatore dell’altra vettura quasi nella tua portiera. Il modo di guidare non è cambiato ma io prima ero più in alto ed avevo un’altra prospettiva, ora sono al loro livello ed ho paura.
Per pranzo Hamed ci “obbliga” a casa sua, conosciamo così Sama, sua moglie e Carla può togliersi il velo dal capo.
Nel pomeriggio ritorniamo in città e visitiamo il Palazzo Niyavaran dove era la residenza dell’ultimo Scià.
In serata ci incontriamo con Sama ed andiamo a mangiare in un locale vicino al bazar, poi ci riaccompagnano alla caravan.
La notte passa tranquilla fino alle 4,00 del mattino quando gli altoparlanti della moschea richiamano alla preghiera i fedeli. Già altre volte abbiamo sentito tale invito ma non come questo. Dopo la rituale preghiera è stato diffuso una parte di un discorso dell’Imam, credo, sottolineato dalle ovazioni della folla. La cosa ci ha molto inquietato portandoci alla memoria, con l’immediato confronto, i discorsi di piazza dei passati dittatori.
Riusciamo ad addormentarci di nuovo, domani, anzi oggi, abbiamo appuntamento presto con Hamed in centro.

Teheran 8/6
Ci svegliamo e dopo una rapida colazione, prendiamo la metropolitana per recarci in centro città.


Hamed ci aveva istruito circa l’uso della stessa. Sui mezzi pubblici vi sono delle zone riservate esclusivamente alle donne, quindi dovevamo fare attenzione a non entrarvi. Sui convogli della metropolitana i vagoni di testa e di coda sono riservati alle donne mentre i centrali sono misti. Sui bus cittadini snodati (quelli con il rimorchio unito da un soffietto alla motrice) alle donne è riservata la parte anteriore.
In ogni caso sarebbe stato impossibile sbagliarsi sia per le barriere sul marciapiede della stazione che per le scritte sui vagoni stessi.
Come in tutte le metropolitane del mondo alle 8,00 del mattino, viaggiamo pigiati fino alla stazione del centro intitolata a Khomeini. Qui scendiamo e puntualmente incontriamo Hamed. Decidiamo l’itinerario delle cose da vedere e ci lasciamo guidare nella visita al Museo nazionale dell’Iran, poi al Museo nazionale dei gioielli e quindi al Museo del vetro e della ceramica.
La mattinata passa così piacevolmente e la nostra meraviglia è tale che ci scordiamo di pranzare.
Nel pomeriggio andiamo al bazar, incredibilmente enorme ed affollato.
Per chi ha visitato i bazar del Marocco piuttosto che della Tunisia, per fare un esempio, saprà sicuramente qual è il trattamento riservato dai commercianti ai turisti. Con titubanza entriamo e cerchiamo di restare il più vicino possibile ad Hamed ma subito ci accorgiamo che gli Iraniani sono ben diversi.
Bastano pochi metri per accorgerci che nessuno ti importuna per proporti la sua mercanzia, nessuno ti vuole mostrare il suo negozio di tappeti … così ci siamo potuti godere, con la massima calma e sicurezza, il vociare, la folla, i veloci carretti che quasi ti investono, gli innumerevoli negozietti.
All’interno del bazar visitiamo la Moschea dell’Imam Khomeini ed è arrivata sera senza che ce ne accorgessimo.



Passiamo da casa di Hamed dove si unisce a noi Sama ed andiamo al centro commerciale, accompagnandoli nelle loro compere e ceniamo con una pizza iraniana.
E’ tardi quando ci riaccompagnano alla caravan. Ci addormentiamo quasi subito.

 
TEHERAN - KASHAN
09/06/2014 km 231

 
 
Trasferimento verso Kashan ed arrivo in tarda mattinata all’Hotel Amirkabir che ci ospita nel cortile interno fornendoci anche la corrente elettrica.
Sistemata la macchina e la caravan, in taxi, andiamo in centro e visitiamo alcune vecchie case che si rivelano molto fresche, rispetto alla calura esterna, ed accoglienti grazie alle famose “torri del vento”.
Queste torri sono i primi condizionatori per ambienti (così li potremmo chiamare) della storia.
Si basano sul principio della circolazione naturale dell’aria sfruttando i venti dominanti. In poche parole, con la loro altezza intercettano il vento che viene convogliato verso l’interno delle abitazioni. Questo essendo più fresco dell’aria interna, spinge, naturalmente, verso l’alto quest’ultima facendola uscire dal lato opposto della torre. Questo continuo movimento dell’aria mantiene freschi gli ambienti senza alcun apporto di energia. In alcuni casi, nei palazzi più facoltosi, l’aria esterna viene ulteriormente raffrescata facendola passare sopra ad una vasca d’acqua prima di essere indirizzata verso gli ambienti.
Una soluzione geniale ed a costo zero, alcune torri riescono ad intercettare i venti provenienti da ad otto direzioni diverse, garantendo il funzionamento del “condizionatore” praticamente sempre.
Per pranzo ci fermiamo in un ristorante tipico ricavato nel cortile, opportunamente ombreggiato da grandi teli, di una di queste vecchie case.
Nel pomeriggio rientro e cerchiamo di farci un riposino in caravan, ma riceviamo una brutta notizia da casa, la mamma di Carla è caduta e si è fratturata un femore.
Dovrà essere operata e la degenza dovrebbe durare per 10 giorni circa. Ci interroghiamo sul da farsi. A casa abbiamo due ragazze che non sono mai state sole e non hanno mai dovuto gestire una simile situazione. Per ritornare impiegheremmo lo stesso tempo dell’ospedalizzazione e, quindi, non saremmo di gran aiuto. Altro giro di telefonate e una zia si è resa disponibile per aiutare le ragazze, ci assicuriamo che non ci siano complicazioni per la salute della mamma e decidiamo di proseguire, aumentando la frequenza dei i contatti telefonici.
In tarda serata, pranzo nel ristorante dell’albergo, in compagnia di una chiassosa comitiva di turisti russi … o giù di lì.
La notte non è trascorsa tranquilla per via della festa che si è tenuta nell’albergo ed il conseguente via vai di vetture. Ciò non ci ha impedito di riposarci.

 
KASHAN - ESFAHAN
10 - 11 - 12/06/2014 km 264

 
Sveglia presto ed ancora rotta verso sud. Il caldo comincia a farsi sentire già dalle prime ore del mattino.
Impostiamo il gps con destinazione Abyaneh, un piccolo villaggio fra le montagne. Imbocchiamo l’autostrada ed la percorriamo velocemente arrivando ad una deviazione, a destra, consigliata dal navigatore. Sapendo, dopo le molte letture, che in zona dovrebbe esserci la famosa centrale nucleare, oggetto delle ire americane, ci fermiamo per consultare la mappa cartacea e decidiamo, ignorando il suggerimento del gps, di proseguire sull’autostrada per un altro tratto. Il gps ricalcola e trova un’altra deviazione, che più avanti ci riporterà sulla via per Abyaneh.
Arrivati ad un incrocio, con la via che avremmo percorso dando retta alla prima indicazione del gps, trovo conferma ai miei timori (ed alle letture fatte) vedendo, dietro ad una caserma della polizia, una postazione di artiglieria antiaerea con due cannoni, neanche tanto nascosti dalle reti mimetiche. Procediamo lentamente e ci accorgiamo di essere osservato dai militari con i loro binocoli.
Superato questo “sbarramento” la strada entra in una fenditura fra le montagne divenendo, da lì a poco, anche impervia per l’asperità del territorio, si sale da 1100mt a 2300 mt circa in una trentina di chilometri.

 
Su una di queste salite, e classicamente in fase di sorpasso di un sovraccarico furgoncino, si accendono le spie sul cruscotto, appaiono messaggi ed il motore tende a spegnersi.
Accosto subito, spengo il motore ed aspetto qualche minuto, provo a riavviare il motore e tutto riprende a funzionare normalmente. Dopo qualche chilometro, di nuovo in salita, il fenomeno si ripete … stessa procedura e tutto rifunziona. Non do molto peso alla cosa ed arriviamo a Abyaneh, parcheggiamo sul piazzale antistante il piccolo museo e ci apprestiamo alla visita del villaggio.
Ci incamminiamo per le stradine di questo villaggio con le case basse e dalla caratteristica colorazione rossastra dovuta all’argilla di cui sono fatte.
Le case sono costruite con le vecchie tecniche, ma soprattutto con i poveri materiali locali, legno, argilla, paglia e sterco. Si proprio così mantengono intatta la tecnologia dei loro avi.
Sulla stretta via principale erano in corso alcuni lavori di ristrutturazione e ci siamo fermati a curiosare.


 
Altra particolarità, unica in tutto l’Iran, di questo posto è l’abbigliamento delle donne. Lo chador da loro indossato non è nero ma bianco con molte rose dipinte o ricamate.
Sulla via verso Esfahan ( o Isafahan) ci siamo fermati a Natanz per visitare l’antica moschea Jaame. Abbiamo avuto qualche difficoltà a trovarla, causa incomprensione linguistica, ma alla fine ne valeva la pena.



 
La sciata Natanz, superiamo i 2100mt della catena montuosa oltre la quale troveremo Esfahan a quota 1600 circa. La macchina si ferma ancora un paio di volte ma noi insistiamo nel proseguire.
Arriviamo nel tardo pomeriggio ad Esfahan e cerchiamo l’Hotel Isfahan Tourist Inn. Abbiamo il punto sul gps ed andiamo fiduciosi … sbagliando. Seguendo le indicazioni ci ritroviamo in un quartiere residenziale e siamo costretti a percorrere le sue strette vie, fino ad infilarci in un cortile ….
Dopo molto girovagare, decidiamo di telefonare ad Hamed per avere un aiuto e così sperimentiamo la cortesia della gente d’Iran. Su consiglio di Hamed fermiamo un tipo, con famiglia, in auto gli allunghiamo il telefono, chiacchera con Hamed e ci sollecita a seguirlo. Lo facciamo e ci conduce di fronte al cancello dell’hotel.
 Qui ci fanno sistemare in un piazzale, oltre delle casette con minialloggi, vicino ad una costruzione con i servizi igienici e la corrente elettrica.
 
 
Una volta sistemata la caravan riprendo il punto del gps e mi sorprendo nel trovare il vecchio punto in altra posizione, ero certo di aver immesso le giuste coordinate … ma evidentemente mi sono sbagliato.
Per visitare la città è tardi, quindi decidiamo di telefonare al concessionario in Italia per farci spiegare le possibili cause per l’accensione di quelle spie. Fra le ipotesi formulate la prima che prendiamo in considerazione è l’eventuale presenza di umidità nell’alloggiamento della batteria che andrebbe ad interessare una centralina in quella posizione. Smontiamo la batteria ma non riscontriamo nulla.
Siamo a sera, pranziamo in hotel, praticamente soli, e ci corichiamo.

Esfahan 11/06
 
Dopo colazione chiamiamo un taxi che ci porta direttamente in prossimità della Naqsh-e Jahan Square, ci avviciniamo a piedi lungo una breve via con negozi di tappeti su entrambi i lati e, una volta attraversato un porticato, ci troviamo nella piazza.

 
 

E’ immensa e meravigliosa, noi la osserviamo dall’angolo a sud-ovest e restiamo subito affascinati. Una grande fontana, semicentrale, è circondata da giardini, molto ben tenuti, a loro volta racchiusi da una via perimetrale che viene utilizzata da carrozzelle trainate da cavalli. Tutto questo è incorniciato da un fabbricato continuo a due piani, con una galleria interna, che ospita piccole attività artigianali.
La piazza è la seconda nel mondo, dopo quella di Tien’ammen di Pechino.
La piazza conserva ancora, alle sue estremità, i pilastri in marmo che fungevano da pali per le partite di polo della nobiltà iraniana di 400 anni fa.
Su questa piazza si affacciano la Masjed-e Shah (oppure Moschea dell’Imam Khomeini), un gioiello dell’architettura iraniana, il Muse Parsian Ali Qapu e la Masjed-e Sheikh Latfollan.




 

 

Nel primo pomeriggio decidiamo di fermarci per pranzare al Bastani Traditional Restaurant. Un locale all’interno del bazar con un cortile interno coperto. La caratteristica di questo locale, oltre al buon cibo, sono gli arredi ed i dipinti sulle pareti. Sembra di essere in un palazzo signorile dell’antica Persia.
Torniamo in Hotel e dopo aver fatto una legittima pennichella, telefoniamo al concessionario per comunicare l’esito dell’intervento del giorno prima. Riscontrata l’assenza di umidità si presume che la causa possa essere l’intasamento del filtro del gasolio. Ne abbiamo uno di scorta e considerata la non comodità del posto dove ci troviamo, decidiamo di chiedere alla reception e loro ci trovano un meccanico con un ponte elevatore per il giorno dopo, prenotiamo, quindi, un taxi che ci possa scortare fino all’officina.
Per cena utilizziamo le nostre scorte e ci corichiamo.
 
Esfahan 12/06
 
Alle 8,00, dopo colazione, sganciamo l’auto dalla caravan e ci presentiamo alla reception in attesa del taxi che arriva puntuale. All’autista viene spiegata la situazione ed il tipo di servizio, quindi si parte. Di nuovo nel traffico cittadino, con l’incognita dell’affidabilità dell’auto. Dopo un ampio giro arriviamo nel quartiere dei meccanici, ci guardiamo attorno e scorgiamo parecchie insegne con vari marchi giapponesi ma di loghi Land Rover nulla. Arriviamo finalmente da un meccanico, entriamo nel cortile, ci sistemiamo sulla buca e si comincia a lavorare. Una volta smontati i pannelli di protezione incontriamo il primo problema. Dall’Italia mi avevano detto di togliere, prima di smontare il filtro, un sensore … che però non troviamo. Si decide di proseguire, tolto il filtro ed analizzano il gasolio contenuto, sembra che il carburante non sia gasolio e contiene molta acqua. Rimesso il filtro, secondo problema … il motore non parte. A questo punto, agitati ma senza panico, tutti gli addetti dell’officina si alternano nel cercare di capire il perché del mancato funzionamento, si fanno telefonate, arrivano altre due persone in moto, sembrano più esperte, ma non si riesce a mettere in movimento il motore. Si telefona ancora e questa volta fanno parlare Carla con un tizio che parla inglese, questo dice di aver capito e che sarebbe stato lì entro mezz’ora (si trovava nella cittadina vicina). Nell’attesa si fanno ulteriori tentativi ed alla fine il motore riprende vita. Gaudio magno di tutti i presenti, ringraziamo, paghiamo il corrispettivo di 7,50 euri e chiediamo se ci possono chiamare un taxi per riaccompagnarci in hotel. La “scorta” arriva ma è in moto, forse l’unico che abbia indossato un casco, e svolge molto attentamente il suo compito.
Siamo quasi a mezzogiorno, decidiamo di andare in centro e mangiare da qualche parte.
Il taxi ci porta alla Masjed Jameh nell’antico centro della città. Da qui siamo entrati nel vecchio bazar, meno turistico di quello attorno alla piazza Naqsh-e Jahan. Qui scopriamo un’antica tradizione islamica. Per combinazione siamo nel giorno della commemorazione della morte del 12° Imam ed è usanza preparare del cibo da offrire ai passanti. Passando per il vecchio bazar ci troviamo così coinvolti in questa festa popolare e siamo nutriti in abbondanza.

 




Rientriamo in albergo nel verso sera e ci riposiamo nella nostra comoda caravan.
 
 
ESFAHAN - PERSEPOLI
13/06/2014 km 430

 
Oggi puntiamo verso Persepoli, ci svegliamo presto per evitare il traffico cittadino e per sfruttare le ore meno calde del mattino. Sperando che l’intervento all’auto sia stato risolutivo, ci dirigiamo verso sud e la strada comincia a salire sulla catena montuosa che ci divide dalla destinazione. Inutile dire che i passi di montagna fra i 1700 ed i 2400mt, le ripide salite, il caldo che arriva anche a 45à esterni e l’auto che continua a spegnersi rendono un inferno il proseguire. Facciamo di tutto, pensiamo di tutto, Spegniamo il condizionatore, proviamo a togliere il collegamento elettrico della caravan, stacchiamo una centralina aggiuntiva per le sospensioni ma niente nessun intervento migliora la situazione. Non ci resta che fare buon viso a cattivo giuoco e continuiamo a fermarci, a ripartire, ad affrontare le salite anche con le ridotte e per fortuna che le avevamo.
 
 
Arriviamo così alla Tomba di Ciro il Grande nel tardo pomeriggio, secondo il nostro progetto dovevamo esserci dopo circa 4 ore dalla partenza. La tomba fa parte di un complesso archeologico, Pasargadae, più esteso che comprende un caravanserraglio, un palazzo, le prigioni, chiamate di Salomone, ed i resti di una fortificazione. Se si proviene da nord, come noi, questi resti sono un eccellente introduzione a quanto si troverà a Persepoli.

 
 

Dobbiamo muoverci, siamo in terribile ritardo ed abbiamo ancora un’ottantina di chilometri di montagna prima di arrivare a destinazione. Il progetto prevedeva di fermarci al sito delle tombe rupestri ma decidiamo di spostare la visita al giorno dopo.
Arriviamo quindi verso sera a Persepoli e troviamo, proprio sulla via degli scavi, l’Hotel Persepoli Tourist.


Si tratta di una grande struttura turistica che deve aver visto momenti migliori in un lontano passato. Ci fanno sistemare in un viale alberato e ci possiamo collegare ad una presa elettrica. Mangiamo qualcosa dalle nostre scorte, una doccia e via a nanna.
 
 
PERSEPOLI - SHIRAZ
14 - 15/06/2014 km 52

 
Oggi visiteremo il sito archeologico di Persepoli ed alle tombe rupestri accompagnati da una guida locale, Laila, che Hamed aveva preventivamente contattato.
La visita è stata altamente interessante. Ci ha procurato moltissima emozione, vedere concretizzarsi davanti ai tuoi occhi quello che hai visto solo in fotografia sui libri di scuola, ma soprattutto vederne l’imponenza e la qualità dei dettagli, ancor oggi visibili, ci ha lasciato senza parole.
Certo siamo abituati ai siti archeologici nostrani o a quelli ellenici, ma questi … forse perché così lontani, forse perché più prossimi all’origine della civiltà ci hanno incantati.
La scelta di trovarci all’ingrasso del sito all’apertura dei cancelli ci ha ripagato ampiamente. Abbiamo potuto visitarlo con tutta la calma necessaria e lasciamo questo luogo in tempo prima dell’arrivo dei bus turistici.




Con un taxi ci rechiamo alle tombe rupestri chiamato Naqsh-e-Rostam, circa 5 km più a nord.

 

In questo sito si trovavano le tombe dei grandi re Persiani con rappresentazioni scultoree ed iscrizioni, si trova anche una costruzione, Kaba-e-Zardusht, eretta all’interno di uno scavo nella roccia. Non si conosce l’esatto uso di tale edificio ma sembra plausibile associarlo al culto Zoroastriano.

Terminate le visite rientriamo in hotel e soddisfiamo la curiosità di Laila verso la nostra caravan.
Riprendiamo la strada verso Shiraz, una cinquantina di chilometri più a sud. Viaggiamo nelle ore più calde e dobbiamo affrontare altri passi montani da 2000 mt con gli, ormai, soliti problemi all’auto.
Si arriva così all’Hotel Park Said nel tardissimo pomeriggio e ci sistemiamo nel cortile interno.
 Vogliamo rilassarci dopo la faticosa giornata e ci rechiamo al vicino Mausoleo di Hafez Shirazi. I suoi giardini sono una vera e propria oasi di pace. Questa è una meta molto frequentata sia per la visita alla tomba del celebre poeta che per goderne la tranquillità.
 
 
Tornati in hotel ceniamo e ci corichiamo.
 
Shiraz 15/6
 
Giornata dedicate alla visita della città. Cominciamo con il castello Arge Karim Khan, imponente costruzione in mattoni d’argilla, con torri circolari sugli angoli decorate, quasi un ricamo, con i mattoni stessi.
 


 
Il cortile interno ha giardini, fontane ed un frutteto.
 
 
 In un locale abbiamo potuto ammirare la maestria di un artigiano intento alla riparazione di una vetrata. Le finestre sono lavorate, in modo simile alle vetrate delle nostre cattedrali, con un mosaico di vetri variopinti disposti ad arte. La differenza è il sistema di fissaggio, col piombo da noi e con legno modellato in pezzi unici da loro. Inutile dire l’abilità e la quantità di lavoro necessaria per adattare il vetro al legno che dovrà sostenere e fissare ogni singolo pezzo al suo posto.
Terminata la visita ci rechiamo alla Moschea Shah Cheragh. Ci avevano avvertiti che, generalmente, questa moschea è chiusa per i non musulmani, ma noi ci andiamo egualmente accontentandoci di vederla anche solo dall’esterno. Il taxi ci porta fino al piazzale d’ingresso e della moschea non vediamo altro che i due minareti e la cupola a cipolla rivestiti di piastrelle di ceramica azzurra e dorata. Uno splendore solo questi.
 
 


Ci avviciniamo all’ingresso, un cancello anonimo con due piccole costruzioni ai lati. Qui un addetto ci ferma e ci divide indicandoci l’ingresso per gli uomini e quello per le donne. Ci interroghiamo con gli occhi e decidiamo di proseguire, prima però dobbiamo depositare le borse al guardaroba. Fatto questo entriamo, un guardiano mi ferma, nota la telecamera ma non dice nulla, mi sottopone ad una perquisizione sommaria, mi chiede da dove arriviamo e con un sorriso sulle labbra mi consente di entrare con un bel “welcome in Iran”. Carla non si vede ancora, la attendo appena oltre il cancello, quando mi sento chiamare, è lei nascosta sotto un chador che le hanno fatto indossare nell’altro container. Siamo dentro, ci scambiamo le impressioni del passaggio e entriamo, attraverso un porticato nel cortile della moschea. Qui accendo la telecamera ma non funziona, ho la batteria scarica, cerco quella di scorta, non la trovo ... è rimasta nel caricabatteria in caravan .... ( le foto che vedrete le ho ricavate da Wikipedia e dalla rete) Il grande cortile è circondato da un fabbricato a due piani con colonne ed archi rivestiti di bellissime ceramiche policrome. Al centro del cortile la fontana per le abluzioni è una grande vasca quadrata inserita in una base a forma di stella, motivo che viene ripetuto sul fondo della vasca stessa. Attorno alla vasca, escluso il lato nord-ovest, sono sistemati degli alberi che offrono ombra ristoratrice per una pausa sui tappeti sistemati sotto di loro. Sul lato. Sul lato sud – est in una piccola costruzione, rivestita di ceramiche colorate, si ha la possibilità di attingere acqua.


La moschea si trova sul lato nordorientale della piazza e si presenta con un porticato interamente in legno con le colonne intarsiate.


Per entrare ci dobbiamo dividere ancora, lo facciamo e, dopo aver tolto le scarpe, entriamo. L’interno è uno spettacolo, mi muovo lentamente e cerco di essere il più invisibile possibile. Le pareti ed il soffitto sono completamente ricoperte da minuscoli specchi incastonati come se fossero gemme preziose.
 
 
La tomba dell’Imam è custodita all’interno di un sacrario con grate in argento.
 


Decido di uscire, ho disturbato anche troppo. Attendo Carla nel cortile per scambiarci subito le impressioni. La vedo avvicinarsi quasi raggiante e mi racconta l’esperienza avuta. Le donne, dice sono molto cordiali e l’hanno accolta subito bene. L’hanno accompagnata alla tomba dell’Imam, hanno voluto che ne toccasse la grata, le hanno riservato molte attenzioni fino ad accompagnarla in una stanza solitamente chiusa …. Un’esperienza unica.



 
   In seguito veniamo a sapere che siamo stati molto fortunati a poter entrare, noi pensiamo che sia più una questione di numeri. Quando ci siamo presentati all’ingresso eravamo solo in due, immaginatevi lo scompiglio che avrebbero creato una comitiva di turisti.
Con ancora negli occhi quelle meraviglie ci dirigiamo verso il bazar chiedendoci cosa avremmo trovato a Samarcanda.
Passiamo il pomeriggio perdendoci nella confusione del bazar e torniamo, verso sera, all’hotel. Qui ci cuciniamo un piatto di pizzoccheri ed un melone, fra la curiosità di due ragazzine a cui, poi, si aggiunge tutta la famiglia. Scambiamo due parole, visita all’interno della caravan e ci salutano con “welcome in Iran”.


 SHIRAZ - YAZD
16 - 17/06/2014 km 425
 


 
Oggi dobbiamo arrivare a Yazd e visti i chilometri da fare, l’ambiente desertico, i 2600mt che toccheremo e l’inaffidabilità dell’auto decidiamo di partire molto presto. Inutile descrivere le tribolazioni, saltiamo alcune visite che avevamo programmato e riusciamo ad arrivare all’Hotel Caravan di Yazd.
 
 Yazd 17/6
 
 Giornata dedicata alla città e si parte alla mattina presto. Dobbiamo cambiare del denaro e, seguendo il consiglio della Lonley Planet, decidiamo di vedere il tempio del fuoco Zoroastriano, Ateshkadeh, per poi recarci all’antistante ufficio di cambio.
 
 
 La scelta si rivela saggia per la visita al tempio, uscendo incrociamo un torpedone di turisti in entrata, ma pessima per il cambio che avrebbe aperto solo intorno alle ore 11,00.
In taxi ci facciamo portare incentro e visitiamo il Giardino Bagh Dolat Abad, una meraviglia che sarebbe bene mantenere meglio. Quindi ci facciamo portare al Museo dell’Acqua, posto in una vecchia abitazione, che raccoglie e illustra le tecniche costruttive dei pozzi e dei primi acquedotti. Percorriamo, quindi, il viale Imam Khomeini e raggiungiamo la moschea Masjed-e Jameh, con il portale d’entrata, così come i minareti laterali, rivestito di maioliche azzurre.






Qui decidiamo di perderci nella città vecchia e visitiamo, fra gli altri, l’ab anbar, una cisterna per l’acqua, e la Tomba dei dodici Imam, osserviamo le molte torri del vento e ci riposiamo nella Prigione di Alessandro trasformata in una sala da tea.





Rientriamo nel tardo pomeriggio in hotel.
 
 

YAZD - ESFAHAN
18 - 19/06/2014 km 328

 
 Considerati tutti i problemi che abbiamo, decidiamo di annullare la progettata escursione verso Mehriz ed il deserto, facendo rotta direttamente su Esfahan. Approfittando del primo tratto relativamente pianeggiante, ci fermiamo lungo la via a Meybod e visitiamo l’antico castello, in parte in rovina, la grande ghiacciaia, la vecchia cisterna per l’acqua e l’antica stazione di posta.
 

 
 

 
 Riprendiamo il viaggio ed attraversiamo un desolato falsopiano punteggiato, di tanto in tanto, dai resti di alcuni caravanserragli che, in altre condizioni avremmo visitato.
 
 
 
 
Arrivati a Na’In giriamo ad ovest verso i monti, li passiamo a quota 2500 e scendiamo in un secondo torrido falsopiano per pio arrivare ad Esfahan, finalmente.
Imbocchiamo la tangenziale ed arriviamo, all’ormai noto, grande raccordo con strade sopraelevate che è prossimo all’Hotel Isfahan Tourist Inn. Qui di nuovo il gps ci indica di dirigerci verso quel quartiere residenziale, ma riconoscendo la via non lo ascolto e vado a ricordi fotografici raggiungendo l’Hotel in poco tempo. Dopo esserci sistemati verifico la posizione sul gps e trovo il punto ancora spostato. Cercando una spiegazione posso immaginare ad una interferenza esterna e guardandomi attorno noto la presenza di una grande caserma nelle vicinanze … che sia quella? Resterà un mistero.
 
Esfahan 19/6

Ci prendiamo questa giornata di riposo. Ne sentiamo la necessità sia fisica che morale, quindi decidiamo di passare la giornata in pieno relax.
Diversamente dal solito ci svegliamo tardi e dopo una buona colazione ci facciamo accompagnare Palazzo Chehel Sotoun (Palazzo delle 40 colonne) con il suo giardino. Dopo aver visitato il palazzo, ci concediamo una pennichella sulle panchine dell’ombreggiato giardino.



 

Più rilassati ritorniamo verso la piazza Naqseh Jahan e ci lasciamo stancamente trasportare. Nel pomeriggio pranziamo nello stesso ristorante dell’altra volta e rientriamo in Hotel.
Nella nostra caravan cerchiamo di tirare le somme e di decidere circa il proseguimento o meno del viaggio, visto anche che la mamma di Carla non è ancora stata dimessa dall’ospedale.
Il progetto di viaggio prevede di arrivare in prossimità di Qom e di deviare verso est, attraversare un tratto di deserto, per evitare Teheran, e quindi ricongiungerci sulla via che ci porterà verso il Turkmenistan.
Tutto questo potrebbe ancora funzionare se l’auto tornasse a funzionare o se noi si decida di continuare così fino in Russia dove troveremo dei centri di assistenza.
Decidiamo di proseguire fino a Qom, verificando l’auto e monitorando la situazione a casa.

 
 
ESFAHAN - TEHERAN
20 - 21 - 22 - 23 - 24/06/2014 km 427

 
Oggi si parte presto, contiamo di arrivare a qom in buone condizioni e che le notizie da casa non siano preoccupanti. Con queste incertezze affrontiamo le prime salite, illudendoci l’auto si comporta bene per circa un’oretta poi ricomincia il calvario. Arriviamo al bivio di Qom e lo troviamo sbarrato per lavori in corso. Siamo costretti a dirigerci verso Teheran con tutte le incognite del caso. Passata Qom ci fermiamo in una grande area di servizio, in prossimità di una caserma della polizia, che ci sembra possa andar bene per la sosta notturna. Guardando però l’orologio abbiamo davanti tutto il pomeriggio e mi sembra di buttare il tempo nel cestino, visto i problemi che abbiamo.
Pensiamo infatti che in Teheran potrebbe essere possibile trovare un meccanico che conosca i motori moderni, visto che di auto tipo BMW  e giapponesi ne abbiamo viste. Se riuscissimo, quindi ad arrivare fin lì guadagneremmo del tempo per un’eventuale riparazione, seppure d’emergenza, che ci permetterebbe di proseguire, considerando che nessuna nuova è arrivata dall’Italia. Decidiamo così di sentire Hamed se ha del tempo libero per scortarci dal casello di Teheran fino al piazzale del Mausoleo di KLhomeini.
Hamed dimostra ancora una volta il suo grande cuore e fissiamo un appuntamento al casello autostradale di Teheran. Dopo qualche ora lo raggiungiamo ed insieme ci portiamo al mausoleo.
Ci sistemiamo e siamo, di nuovo ospiti di Hamed e Sama.
Durante la cena ci accordiamo per fare un giro dei meccanici il giorno dopo e scopriamo che Hamed si era già attivato a contattare alcuni di loro. In serata ci riaccompagna alla caravan.




Teheran 21/6
 
Verso le 8,00 arriva Hamed e, una volta sganciata la caravan, partiamo alla ricerca del meccanico giusto. Durante il viaggio il nostro incubo si ripete dando l’opportunità ad Hamed di vedere di persona con cosa abbiamo dovuto combattere e convivere per tutti questi giorni.
Essendo una Land Rover passiamo da una fabbrica di cloni di Land Rover, in particolare Defender, che è in Teheran, dove speriamo di trovare un lettore di codici che possa dirci qual è il problema della nostra auto.
Arriviamo al cancello ma il tipo non ci fa nemmeno entrare nonostante le insistenze di Hamed. Ci spostiamo quindi in periferia, praticamente una decina di chilometri, in un quartiere di autoriparatori ed affini. Troviamo un pompista, visto che dall’Italia mi avevano detto che potrebbe essere l’origine del problema, che ha un apparecchio per la diagnosi. Dopo aver ascoltato la spiegazione dell’inconveniente, dopo aver fatto un giro ed aver constatato di persona, si sbilancia e ci dice che, secondo lui, non si tratta della pompa ma di un sensore delle sospensioni.
Rincuorati da questa diagnosi, cerchiamo qualcuno che sappia qualcosa circa le sospensioni pneumatiche, lo troviamo dall’altra parte della città. Anche lui ha l’apparecchietto per le diagnosi ma dopo aver lavorato un po non riesce a combinare nulla. Abbiamo ancora una carta da giocare, il meccanico generico vicino alla casa di Hamed. Questi, dopo aver fatto un giro, intuisce che il problema potrebbe essere dovuto ad un guasto della sonda di temperatura dell’olio o, peggio, della trasmissione. Panico. Lui, però, non è in grado di ripararlo o di metterci mano. Doppio panico. Vedendo le nostre facce ci rincuora dicendoci che conosce un abile meccanico che tratta auto di lusso, come la nostra, e che potrebbe dare una risposta più sicura ai nostri dubbi. Ci avverte però che non è a buon mercato, nella situazione in cui troviamo decidiamo di tentare anche questa strada.
Andiamo così da quest’ultimo meccanico e già dalle auto parcheggiate in strada (BMW, TOYOTA) speriamo che ne capisca qualcosa. Spieghiamo il problema, ci facciamo un giro, attacca l’apparecchietto di diagnostica e stima anche lui un problema alla trasmissione ma per esserne certo deve avere la disponibilità dell’auto per controllare il cambio.
Non sappiamo che fare, dopo qualche discussione e rassicurazione, decidiamo di lasciargliela.
 
Teheran 22/6
 
 Siamo senza auto e quindi utilizziamo la metropolitana per andare in centro. Dopo essere passati dal meccanico, che, dice di aver fatto delle ricerche, conferma il problema alla trasmissione. Lo autorizziamo alla sostituzione del filtro con altro compatibile di una BMW.
Con l’inseparabile Hamed visitiamo, con calma, il palazzo Golestan e poi ci dedichiamo, con altrettanta calma, allo shopping nel vicino bazar. Il pomeriggio lo passiamo con Sama ed Hamed.









La giornata trascorre così senza scossoni fino a sera.
 
Teheran 23/6
 
 Oggi saliamo sulla Torre Milad, simbolo della nuova Teheran, un’imponente costruzione da cui si domina tutta la città. Solo da qui si riesce ad apprezzare quanto sia grande la città.
Mentre ci stiamo godendo il panorama Hamed riceve una telefonata e ci avvisa che ci sono dei problemi con la Polizia per la nostra macchina. Chiedono dei documenti ed il Carnet de Passage che abbiamo nella caravan. Interrompiamo la visita e ci rechiamo velocemente prima alla caravan e poi dal meccanico.
Gli spostamenti, da un capo all’altro della città, ci rubano parecchio tempo e riusciamo a recarci negli uffici della Polizia intorno a mezzogiorno. Il meccanico ed Hamed perorano la nostra causa, con il poliziotto al cancello, ma non riescono ad accedere agli uffici prima di un’oretta. Passa altro tempo e vediamo uscire il meccanico con un poliziotto che ci consegna i documenti, si scusa e ce ne andiamo.
angiamo un boccone e cerchiamo un po di refrigerio per smaltire l’adrenalina accumulata.
Hamed ci porta a Darband, una località ai piedi dei monti a nord di Teheran. La strada si insinua una stretta valle e finisce in una piazza di un piccolo villaggio votato al turismo ed alla ristorazione. Da questa piazza parte una funivia che porta alla cima del monte ed agli impianti sciistici. Percorriamo un a via pedonale che costeggia un ruscello e che si riduce man mano fino a diventare un sentiero che, seguendolo, porta in cima al monte. I pendii di questa stretta valle sono occupati, quasi interamente, da fabbricati votati al commercio di generi vari ed alla ristorazione.
Rigenerati torniamo a casa. Passiamo dal meccanico che dopo aver sostituito il filtro del cambio testandola fino a tarda notte.

Teheran 24/6
 
 Altra giornata a disposizione ed andiamo a visitare il Giardino Chitigar. Si tratta di un’area che accoglie volatili di molte specie con una voliera riscaldata per gli uccelli esotici.
Nel pomeriggio andiamo dal meccanico che ci avverte che il problema potrebbe essere più grave. Secondo lui bisognerebbe smontare il cambio per sostituire sia la sonda che degli o-ring interni, oltre l’installazione di un radiatore supplementare per il raffreddamento dell’olio del cambio.
Valutiamo la cosa ed essendo intenzionati a proseguire il viaggio spostiamo la caravan dal mausoleo al cortile dell’officina. Passiamo così la notte.


TEHERAN - AUTOGRIL
25/06/2014 km 119

 
Oggi ci rechiamo al Ministero degli esteri per chiedere se sia possibile allungare la data di uscita del visto. Mentre Hamed si occupa della cosa telefono al concessionario in l’Italia, spieghiamo la situazione, valutiamo sia i costi che la possibilità di proseguire il viaggio.
Hamed ritorna con la notizia che è impossibile sia allungare la durata del visto che ottenere un nuovo visto per una doppia entrata. Decidiamo, quindi, di non far aprire il cambio, di montare solo il secondo radiatore e di ritornare in Italia, telefoniamo al meccanico annunciandogli le nostre decisioni. I lavori sull’auto si concludono nel pomeriggio ma prima di partire il meccanico ci installa un ulteriore impianto di raffreddamento, una sorta di irrigatore per spruzzare dell’acqua direttamente sul radiatore supplementare.
Così messi, salutiamo tutti e Hamed ci aiuta ad uscire dalla città.
Il traffico del tardo pomeriggio è veramente intenso. Passata la città di Abyek, dove arriviamo in serata, ci fermiamo per la notte in un autogril.

AUTOGRIL - TABRIZ - CONFINE IRAN/TURCHIA
26/06/2014 km 509 ed al traino km 276

Oggi contiamo di arrivare al confine, quindi sveglia presto ed in cammino subito. L’auto procede bene per la prima oretta poi ripresenta i soliti problemi, l’impianto d’irrigazione, però, svolge il suo compito permettendoci di dilatare i tempi fra una fermata e l’altra. Dopo varie soste arriviamo nel pomeriggio alla periferia di Tabriz e qui succede il fattaccio. Improvvisamente l’auto si blocca e sul quadro cominciano a scorrere i numeri delle marce anche se siamo fermi. Spengo il motore e riavvio come al solito, riparto ma dopo qualche centinaio di metri il nuovo fenomeno si ripete. Fortunatamente sono vicino all’uscita di un’area di servizio. Decido di entrarvi, anche se contromano, con l’auto che procede a balzi. Mi fermo sul piazzale, apro il cofano ma non vedo nulla di diverso, telefono in Italia e mi sconsigliano di muovere la macchina. Telefoniamo ad Hamed per chiedergli se ci può trovare un carro attrezzi che ci porti fino al confine. Dopo poco arriva un suo amico, trattiamo il prezzo con lui ed arrivano due carri uno carica l’auto, mentre all’altro si aggancia, legandola in qualche modo dato che non hanno il gancio specifico, la caravan. Si è fatta sera quando il convoglio si mette in moto verso il confine, distante circa 270 km.
 

 
Arriviamo al confine all’una e trenta e ci scaricano proprio davanti ai cancelli. Sistemiamo sia la macchina che la caravan e ci corichiamo.
  
CONFINE TURCHIA/IRAN - VAN
27 - 28 - 29/06/2014 al traino km 202

 
Questa sarà una giornata campale, dovremo passare le due dogane, cercare un carro attrezzi ma, soprattutto, anche un’officina in grado di rimetterci in strada.
Per le pratiche della dogana iraniana ci aiuta un altro amico di Hamed e tutto fila liscio.
Per la dogana Turca abbiamo la sorpresa, e la fortuna, di ritrovare il poliziotto con cui avevamo scambiato due parole quando siamo usciti dalla Turchia. Ci affidiamo a lui ed alla sua disponibilità per la ricerca del carro attrezzi e dell’officina. Ma le cose non vanno proprio nel verso giusto.
Intanto abbiamo problemi con gli uffici doganali per la caravan. Durante l’altro passaggio hanno registrato il nome del primo proprietario senza guardare il passaggio di proprietà sul retro. Questo disguido ci ha tenuti fermi fino al pomeriggio. Nel frattempo ci concentriamo sul carro attrezzi, troviamo un tipo che potrebbe portarci fino al paese vicino, ma trasportandoci sul cassone di un camion decliniamo. Telefoniamo alla EuropAssistance che ci fa aspettare per parecchie ore prima di mandarci un carro, ma noi ne avevamo bisogno di due, attendiamo ancora e finalmente arriva il secondo. Anche qui la caravan viene legata al carro e, finalmente, si parte con destinazione Van dove l’assicurazione ha trovato un’officina Land Rover.
Dopo qualche decina di chilometri ci fermiamo in un’area di servizio, sganciano la caravan dal secondo carro e la legano a quello sul quale è caricata l’auto. Si riprende il viaggio e dopo qualche ora una nuova fermata. Questa volta si cambia autista, si proprio così. Ci siamo fermati dove era in sosta un altro carro attrezzi, gli autisti si sono scambiati i mezzi ed il nostro è ritornato indietro con il carro dell’altro.
Arriviamo a Van verso le 22,00 e veniamo portati nella zona artigianale dove l’officina è naturalmente chiusa. L’autista vuole scaricarci lì … ci rifiutiamo e comincia un balletto di telefonate fra noi e l’assicurazione, fra lui ed il suo capo che si conclude con la caravan e l’auto parcheggiati nel deposito del carro e noi sistemati
Nel centro di Van all’Hotel Tamara, dove arriviamo verso mezzanotte.
 
Van 28/6
 
In taxi ci rechiamo al deposito dove abbiamo lasciato la macchina ieri. Qui un carroattrezzi la carica e ci porta all’officina Land Rover. Spieghiamo, in parte a  gesti in parte con mimica, gli eventi che sono accaduti e loro cominciano a guardare nel vano motore. Trovano quasi subito un taglio in un tubo in gomma, di collegamento, del nuovo radiatore.
 
 
Ispezionano tutto l’impianto e non trovano altro. Fanno la diagnostica e sentenziano che l’inconveniente è causato dalla perdita di olio della trasmissione. Riparano il tubo danneggiato, rabboccano l’olio mancante, cancellano gli errori dalla memoria della centralina ed avviano il motore. La macchina pare rispondere bene e quindi ci fanno un giro di collaudo. Rifanno la diagnostica, puliscono il motore e ci riconsegnano l’auto. Dopo aver pagato chiamiamo il solito taxi guida e ritorniamo al deposito senza nessun problema. Lasciamo l’auto e col taxi ritorniamo in albergo e quindi utilizziamo il resto della giornata per visitare la parte nuova della città di Van.
 
Van 29/6
 
Oggi decidiamo di prenderci una giornata di riposo e la dedichiamo a gironzolare per la città. Abbiamo così l’occasione di vivere le giornate del Ramadan (Ramazan) con le limitazioni per il cibo, solo alcuni ristoranti erano aperti prima delle 19,00, e le offerte di cibo tradizionale davanti a negozi e ristoranti.
VAN - ERZURUM
30/06/2014 km 397

 
Lasciamo l’albergo ed al deposito agganciamo la caravan, facciamo il pieno di acqua, per il raffreddamento del radiatore, e di gasolio. Ci si avvicina una donna gitana e ci dice qualcosa d’incomprensibile. Nel dubbio le regaliamo tutte le monete Turche che avevamo, lei ci regala un gran sorriso e recita una specie di nenia. Noi la interpretiamo come una benedizione per il resto del viaggio, ne abbiamo bisogno, la ringraziamo ricambiando il saluto e partiamo. L’auto si comporta bene per tutta la mattina, non usiamo nemmeno il raffreddamento supplementare. Nel pomeriggio dobbiamo rifare il pieno, l’indicatore segna un quarto, ed una volta fatto ripartiamo. Durante il viaggio, fino ad ora tranquillo, si riaccendono le spie, tutto come prima!
Notiamo però che i tempi sono molto più lunghi ed il livello del carburante nel serbatoio è intorno alla metà. Decidiamo di sperimentare e quindi procederemo facendo pause più lunghe e riempiendo il serbatoio prima che raggiunga la metà della sua capacità.
Per il resto della giornata nessun inconveniente, l’auto risponde bene, anche nelle numerose salite, dandoci più fiducia e speranza di ritornare a casa con i nostri mezzi.

RITORNO
01 - 02 - 03 - 04/07/2014 km 3.230

 
Questi giorni sono trascorsi con tappe forzate e tutti alla guida, la voglia di tornare, a questo punto, è tanta.
Il sistema da noi adottato, pause durante la marcia e rifornimenti ogni 20-25lt di consumo, ci consente di viaggiare velocemente. Per la notte ci fermiamo dove capita e riusciamo ad arrivare a casa nel pomeriggio del giorno 4, sorprendendo le nostre figlie e la mamma di Carla da cui ci siamo recati, in ospedale, nel pomeriggio.
 
 


 


1 commento:

  1. Complimenti! Bel coraggio realizzare questo viaggio con la caravan! Magari un giorno lo organizzero' anche io! In bocca al lupo per il prossimo viaggio!

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